dicembre 11, 2018 | | in Blog
Oh sì, il distinto signore che si rimirava davanti al grande specchio, sapeva di aver fatto la scelta giusta. Quella giacca gli calzava a pennello, il marrone intenso donava al suo colorito bruno e poi era così morbida che non smetteva di accarezzarsela addosso. Certo, sapere che il pelo di quell’animale era stato raccolto durante la muta primaverile e non tosato lo inorgogliva anche di più. Mai si sarebbe immaginato con indosso una giacca di yak, anche perché il nome di quel bue tibetano gli ricordava tanto una scudisciata. Che ne poteva sapere di filati esotici? Era sempre stato abituato a indossare cashmere. E invece, la sorpresa era stata oltremodo piacevole. Uno come lui, che nell’armadio aveva praticamente tutto, non poteva lasciarsela sfuggire: sarebbe stato il capo spalla protagonista dell’inverno 2018/19. Anche perché aveva l’occhio abituato al bello e gli era bastato uno sguardo per capire che il tessuto era di E.Thomas, uno dei più “nobili” lanifici italiani. Sì, aveva fatto proprio la scelta giusta. Era oltremodo scettico quando l’aveva adocchiata nella vetrina di Ader, ma gli era bastato entrare nel negozio di viale Francesco Crispi per fugare tutti i dubbi. E adesso, con addosso giacca e gilet, non la smetteva di pavoneggiarsi davanti ai commessi sorridenti. Dal fondo del negozio una voce gli disse che c’erano anche i maglioni fatti con la stessa lana di yak. Sempre più sorpreso girò lo sguardo verso il ripiano indicato, dove trovò girocolli e dolcevita a coste e in maglia rasata nelle nuance naturali del panna, del beige, del grigio, del marrone e del blu. Un pensiero lo sfiorò: un bel dolcevita chiaro avrebbe potuto sostituire il gilet nelle occasioni meno formali, dandogli un’altra chance di indossare la giacca. Ovviamente non se lo fece scappare e pure quel maglione finì sul banco degli acquisti. D’impulso scelse anche un girocollo blu notte, poi pagò, salutò e uscì. Pronto a portare i suoi capi di yak in giro per la città.