ottobre 2, 2017 | | in Blog
85 nodi. No, non stiamo misurando la velocità di crociera di un super yacht, ma stiamo contando tutti i modi per annodare una cravatta. Questa cifra, che ai più può sembrare impensabile, in realtà è frutto di una ricerca di laboratorio condotta, alla fine degli anni ’90, da Thomas Fink e YongMao. I due ricercatori dell’Università di Cambridge, hanno dimostrato attraverso modelli matematici che esistono esattamente 85 nodi possibili per una cravatta convenzionale. Non è necessario conoscerli tutti, anzi. I più noti sono sempre gli stessi, a partire dal nodo Windsor (otto passaggi), con la sua versione semplificata definita, mezzo Windsor (sei passaggi), che prende il nome dall’allora duca Edoardo, famoso anche per l’abdicazione dal trono d’Inghilterra e il successivo matrimonio con Wallis Simpson. È universalmente riconosciuto però che il celebre Duca non inventò questo nodo, nonostante porti il suo nome. La paternità sembra più dovuta a Domenico Scappino, sarto dei Savoia e fondatore della omonima casa di moda. Oggi il più diffuso è il Four-in-hand (tiro a quattro) semplice da realizzare, però poco adatto alle occasioni formali; ma ne esiste anche uno che prende il nome da Aristotele Onassis, e uno chiamato Balthus, ideato dal celebre pittore. Sicuramente uno dei più difficili da realizzare è l’Eldredge – di fatto, più un virtuosismo estetico che altro – che prevede un elevato numero di giri di cravatta, o il Trinity, altro esercizio di stile riservato a pochi appassionati. E non dimentichiamo che pure il papillon è una cravatta, però annodata a fiocco. Certo, meglio farlo con le cravatte Ader, che garantisce la perfetta tenuta del nodo e il giusto grado d’eleganza. Perciò, ciascuno scelga il suo e buon stile a tutti.