settembre 25, 2018 | | in Blog
Sulle sue spalle poggia un’azienda pluricentenaria, oltre alla Presidenza dell’Unione Industriale Biellese. Carlo Piacenza – amministratore delegato di Piacenza Cashmere e rappresentante della tredicesima generazione di famiglia alla guida dello storico lanificio – s’infervora, però, soprattutto quando parla delle stoffe ideate a ogni stagione dalla manifattura di famiglia, perché «attraverso il tessuto devi creare e trasmettere un’emozione».
Così il manager prim’attore a Milano Unica, fiera tessile leader a livello mondiale, ha presentato la collezione autunno-inverno 2018/19 in un contesto fieristico dove convergono tutti i protagonisti principali dell’abbigliamento made in Italy e internazionale. Fra questi Ader, con Luigi De Rosa affezionato interlocutore di Piacenza Cashmere, da cui seleziona i migliori tessuti per i suoi abiti e con cui ha in comune l’occhio rivolto all’innovazione. Nel dispiegare le stoffe per la prossima stagione fredda Carlo Piacenza rivela: «È una collezione disrupting, molto innovativa. Nel top di gamma presentiamo un cashmere anti goccia, doppiato con una membrana, perché il mercato ci richiede questa tipologia di tessuti». C’è di più. Per spiegare la complessità delle proposte presenti a ogni collezione, l’AD chiarisce: «C’è un cambio di rotta sul formale, in questo momento è più elevata la richiesta di tessuto tecnico».
Ecco perché Piacenza Cashmere ha ideato lane Mohair, con armature tridimensionali, ma anche, «gli jacquard, che ci danno la possibilità di fare cose particolari e più estreme». Sul fronte delle texture, «sta ritornando il tessuto felpato. Nell’ottica più che nel peso, con aspetto 3D». Sempre qui due opposti tattili s’incontrano, «Abbiamo mani ruvide e corpose, ma anche la morbidezza del cashmere puro, e il Baby cammello con mano liscia, quasi scivolosa». E per quanto riguarda i colori? Anche su questo fronte, Carlo Piacenza ha le idee chiare: «Se l’80-90% della popolazione indossa blu e grigio, io voglio vestire il restante 10%».
Per realizzare questo traguardo il lanificio fa affidamento su, «una squadra di creativi piuttosto giovane, il capo del team ha 42 anni, il resto è fra tra i 30 e i 40». Per il prossimo inverno non mancano, inoltre, i grandi classici, come «Il super 170s finestrato e luminoso e il Saxony in pura lana» e poi ci sono pure le mescole al 70% di lana e al 26% di lino, quelle di cashmere e seta, ma anche i tessuti in purezza come l’alpaca o il cashmere, filato da cui tutto è nato e nel cui solco prosegue questa storia di eccellenza made in Italy, che si ritrova, poi, nelle vetrine di Ader, in viale Francesco Crispi a Milano, sotto forma di abiti da uomo, giacche e pantaloni.